La storia che sto per raccontare prende le mosse da lontano, in senso sia temporale che spaziale. È la storia di due mondi che ho scoperto in parte paralleli, con un denominatore comune che si chiama passione. È una storia strana, fatta di sorprese, di piacevoli emozioni, di circostanze particolari, di viaggi e di premonizioni, e di amore. E’ una storia che unisce l’Italia all’Argentina, e che io sconoscevo fino a pochi mesi fa.
Nel febbraio del 2016 è uscito per Città del Sole Edizioni il mio libro Di Schiena – Jeanne Hébuterne Senza Modigliani.
La figura dell’ultima compagna del pittore – anche lei pittrice e morta suicida a due giorni di distanza da lui – aveva cominciato ad appassionarmi già da qualche anno fino a diventare fonte di studi continui e infine un libro, in cui ho cercato di raccontare le sua breve vita da un punto di vista particolare. Solo alla fine di numerose ricerche e dopo la stesura e pubblicazione del libro, ho deciso di andare a Parigi, a ripercorre le orme della piccola e sfortunata Jeannette. In quella circostanza Cristina, la mia più cara amica e affettuosa compagna anche in questa avventura, volle abbandonare una copia del libro su una panchina dei Giardini del Lussemburgo – luogo che la Hébuterne nella sua giovinezza attraversava ogni giorno – quasi per lasciare un segno, come un messaggio in una bottiglia. Tante volte, scherzando, abbiamo poi immaginato che qualcuno un giorno avrebbe magari bussato a una delle nostre porte per parlarci di Jeanne.
In realtà non abbiamo mai conosciuto il destino del libro lasciato andare, ma davvero qualcuno ha bussato, prendendo una strada diversa.
Lo scorso mese di settembre sono stata contattata su Instragram da una ragazza argentina. In quella circostanza ho scoperto che la giovane donna già un anno prima mi aveva mandato un messaggio privato, che io – come sempre incostante e distratta sui social – non avevo visto.
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